Le pitture di Hannes Hofstetter:
Un fascinoso scavo nel tempo e nello
spazio
La “macchina del tempo” s’é inceppata. La
spirale non si apre verso lo spazio: é
come se tutto il passato - tutta la storia
- si riversasse su noi. Leggiamo
l’evolversi del mondo in una dimensione
atemporale, quasi schiacciata. Ecco che il
primitivo si riversa sul tecnologico; e
questo retrocede fina agli albori della
civiltà umana. Hannes Hofstetter ci fa
vedere quel che mai avevamo veduto. Il
tempo non esiste più: noi diventiamo
antichi e, insieme, contemporanei. E’ una
sensazione strana nuova. Ci sembra di aver
decifrato l’arcano di una formula
matematica che ci era sempre sfuggita.
Le pitture di questa artista tedesco
(Feldkirch 1945) sono tutte strumenti di
conoscenza: non soltanto tramiti di un
piacere estetico. Ecco il punto da cui
partire per arrivare domani (nel Duemila?)
ad una nuova concezione dell’arte.
L’artista, nella sua curiosità
leonardesca, si avvicina al fisico, al
chimico, al biologo: studia l’esperienza
del mondo. Egli fruga con il suo occhio
prensile dentro il microscopio
elettronico, fino a fissare
l’ordine-disordine dei tessuti cellulari;
ma lo fa ribaltando la clessidra del
tempo, cioè tornando indietro per andare
avanti. L'impressione che si coglie é
proprio quella di una macchina
meravigliosa in cui ci addentriamo.
Improvvisamente i geroglifici egizi, le
scritture cuneiformi, i graffiti di
civiltà preistoriche sciolgono l’enigma:
leggiamo ogni segno con chiarezza. La
storia dell'umanità si srotola davanti a
noi. Ogni immagine, anche la più
apparentemente astrusa, ogni oscura
simbologia, ogni criptogramma: tutto viene
ri-conosciuto e interpretato.
Da una decina d’anni- almeno quanto ci
mostra l’arco di una mostra affascinante
come questa di Palazzo Albrizzi -
Hofstetter scava dentro il tempo. E’ quasi
il lavoro di un archeologo illuminato.
Egli ci mostra le stratigrafie del
“Giaciglio”. L’acqua che scorreva sotto la
terra scorre ancora: la possiamo vedere,
quasi toccare coi nostri polpastrelli, tra
pietre sgretolate e terre umide, tra le
crepe del monte e le oscillazione
tettoniche. Così, se alziamo lo sguardo e
osserviamo le “Costellationi”, il disegno
del Grande Architetto ci appare limpido
nella sua razionale geometria cosmica; i
“Tumuli” di pietre si ergono come dolmen o
menhir a indicare il segno di un energia
eterna della natura; e le “Scritture”
fondono i diversi linguaggi, sciogliendo
l’ancestrale Babele dal runico
all’ebraico, dall’egiziano all’islamico,
fino al babilonese o all’hittita. Quale
“mondo nuovo” ci si prospetta, se non
antico e ciclicamente presente, avvolto
nelle tenebre della notte ma anche aperto
allo spiraglio dell’alba? Ancora una volta
lo sguardo diventa lucido: si infila negli
“Schedari” del tempo, schiodandoli e
riaprendoli per leggere quello che il
futuro riserva al passato. Gira la ruota;
e leggiamo nei “metalli” il nostro stesso
destino, sempre diverso e sempre
immutabile....
Queste e altre sensazioni e riflessioni mi
accompagnano lungo la visita alla mostra,
che diventa appunto - come dice il
sottotitolo - un “ viaggio nell’ambiguità
dell’essere”. Soltanto più avanti,
guardando e riguardando, mi accorgo che
una sorta di bellezza stregata sta
seguendomi in silenzio. I quadri di Hannes
Hofstetter rivelano la “verità” proprio in
quanto essa si accoppia, platonicamente,
alla “bellezza”. La materia, intrisa di
color antico, ha un suo fascino
strepitoso. Rude e severa, categorialmente
teutonica, fatta di grumi e pieghe, di
ombrosità e lucori, essa rappresenta la “
metafora del tempo” ma anche la “
rivelazione del senso”. Il racconto delle
origini si insinua dentro di noi come
schegge continue di piacere, trafitture
che ci fanno sobbalzare. L’opera diventa
lo schermo in cui riflettiamo noi stessi:
le nostre paure, le nostre ansie, le
nostre angosce; ma anche il desiderio
profondo di un respiro universale, di una
conoscenza cosmica. E restiamo interdetti,
quasi irrigiditi dal mistero che
lentamente si schiude come l’ antro
dell’antica Pizia. I responsi delle tavole
sono là: cominciamo a leggerli.